DISABILITA' INTELLETTIVA
Il DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) sostituisce l’etichetta di “ritardo mentale” con quella di disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo), utilizzato dalla letteratura scientifica per definire un deficit del funzionamento intellettivo e adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici, con esordio durante l’età evolutiva. La valutazione del funzionamento intellettivo si effettua attraverso la somministrazione di test di intelligenza individuali, validi dal punto di vista psicometrico, culturalmente appropriati e completi, che indaghino le varie funzioni cognitive che comportano ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, comprensione di situazioni pratiche, apprendimento sia dall’istruzione sia dall’esperienza. In tali test gli individui con disabilità intellettiva ottengono punteggi di circa due o più deviazioni standard al di sotto della media , con un margine di errore di +/- 5, pertanto in test con media di 100 e deviazione standard di 15, un punteggio di 70 +/- 5 (65-75) individua la prima fascia di criticità. Tuttavia il punteggio del Quoziente Intellettivo da solo non è sufficiente a definire la disabilità intellettiva,infatti si identificano vari livelli di gravità sulla base del funzionamento adattivo e non solo dei punteggi del Quoziente Intellettivo, che sono approssimazioni del funzionamento concettuale, ma non valutano in maniera sufficiente la capacità di ragionamento in situazioni di vita reale e di padronanza delle attività pratiche, pertanto soggetti con Quoziente Intellettivo di 70 possono avere problemi talmente seri nel giudizio sociale, nel comportamento adattivo e/o in altri ambiti del funzionamento adattivo, da rendere il funzionamento effettivo paragonabile a quello di individui con Quoziente intellettivo più basso, pertanto è necessario il giudizio clinico per interpretare tutti i risultati del test intellettivo. Il funzionamento adattivo comporta un ragionamento adattivo in ambito concettuale, sociale e pratico, il quale influisce sull’autonomia personale e la responsabilità sociale all’interno della comunità dell’individuo. La valutazione del funzionamento adattivo è sia di tipo clinico, sia effettuata attraverso misurazioni standardizzate tramite informatori attendibili (es. parenti, insegnanti, counselor) e, quando possibile, tramite gli stessi individui. Inoltre la concomitanza di disturbi linguistico-comunicativi, e/o motori e/o sensoriali possono alterare i punteggi ai test intellettivi e vanno integrati con valutazioni neuropsicologiche che risultano utili a comprendere meglio le abilità intellettive dell’individuo. L’eziologia della disabilità intellettiva è varia.
Secondo l’ICD10 (International Classification of Diseases) “ il ritardo mentale è una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, soprattutto nelle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza” (cognitivo, linguistico, motorio, sociale). A tale condizione si associa sempre una compromissione delle capacità di adattamento sociale.
Le definizioni pur nella loro diversità concordano sulla condizione clinica complessa. Le conseguenze non si limitano alla sfera intellettiva, ma producono distorsioni sui molteplici processi adattivi che l’ambiente impone, e sulla personalità del soggetto. La distorsione della personalità può arrivare a includere disturbi psichiatrici.
Secondo l’ICD10 (International Classification of Diseases) “ il ritardo mentale è una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, soprattutto nelle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza” (cognitivo, linguistico, motorio, sociale). A tale condizione si associa sempre una compromissione delle capacità di adattamento sociale.
Le definizioni pur nella loro diversità concordano sulla condizione clinica complessa. Le conseguenze non si limitano alla sfera intellettiva, ma producono distorsioni sui molteplici processi adattivi che l’ambiente impone, e sulla personalità del soggetto. La distorsione della personalità può arrivare a includere disturbi psichiatrici.